Sugli sconti fiscali restano le alternative alla detrazione diretta
Visti ed asseverazioni anche per interventi che non rientrano nel 110%.
Il sole 24 ore
Sconto in fattura e cessione dei crediti, anche a banche o intermediari finanziari, restano anche nel 2022 un’alternativa alla detrazione diretta per tutti i bonus casa.
Guardando ai cambiamenti portati dal disegno di legge di Bilancio 2022, la prima novità importante, in materia di cessione e sconto, riguarda l’allungamento fino a tutto il 2024 della possibilità di optare per queste due alternative in caso di bonus ristrutturazioni al 50%, ecobonus, sismabonus, bonus facciate(che ora vale solo fino al 2022), bonus per le colonnine di ricarica trainate dal 110 e gli impianti fotovoltaici.
Nell’ambito delle ristrutturazioni, tra gli interventi per i quali è possibile optare per la cessione e lo sconto, sono stati inseriti quelli «volti alla realizzazione di autorimesse o posti auto pertinenziali anche a proprietà comune». C’è, quindi, una piccola differenza tra tutti questi sconti e il 110%: per il superbonus, infatti, la manovra allunga cessione e sconto fino a tutto il 2025.
Al di là del termine finale, molto lontano nel tempo, la sostanza è che dal 1° gennaio le strade alternative alla detrazione diretta restano a disposizione dei contribuenti. Anche se qualcosa cambierà, per effetto delle regole disegnate dal decreto Antifrodi (Dl 157/2021) e poi atterrate nella versione definitiva della legge di Bilancio.
I controlli e gli adempimenti del Dl 157 sono attivi già dal 12 novembre scorso, ma il loro perimetro da gennaio cambierà in maniera consistente. Come già avviene ora, anche per gli interventi che non accedono al 110%, quando si opterà per cessione e sconto in fattura, resterà obbligatorio richiedere il visto di conformità di un soggetto abilitato, che attesterà la sussistenza dei requisiti necessari a ottenere la detrazione. Allo stesso tempo, sarà necessario ottenere un’asseverazione di congruità delle spese, secondo lo schema già utilizzato per il superbonus. Le spese effettuate per queste asseverazioni e visti potranno essere portate in detrazione, agganciandosi all’aliquota prevista per il relativo bonus casa.
Dopo l’entrata in vigore del decreto Antifrodi è, però, emerso un problema: il costo di visti e asseverazioni rischiava di avere un’incidenza eccessiva sui lavori più semplici e di minore entità, come la sostituzione della caldaia o degli infissi.
Nella legge di Bilancio 2022 è stato, allora, stabilito che l’obbligo di ottenere asseverazioni e visti non si applicherà alle opere classificate come edilizia libera e agli interventi che abbiano un importo complessivo non superiore ai 10mila euro. Fanno eccezione a questa regola solo gli interventi che accedono al bonus facciate: per loro l’obbligo resta in tutti i casi.
Anche per la comunicazione di queste cessioni, come per quelle relative al superbonus, scatterà la possibilità di sospensione preventiva da parte dell’Agenzia, in caso di opzioni che presentino dei profili di rischio.